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Dare Protezione

Intimità con il processo del morire

Di | Eventi

Dalle 18 del 26 Maggio alle 12.30 del 29 Maggio, presso l'ILTK di Pomaia (PI)

Ritiro per i diplomati al triennio di formazione

Istituto Lama Tzong Khapa

via Poggiberna 15
Pomaia, Santa Luce (PI), 56040 Italia
Prezzo:  € 120,00

La morte non significa soltanto arrivare a una fine, significa anche arrivare a un inizio. La morte è un processo di cambiamento. La fine di per sè non è nè positiva nè negativa, è semplicemente la realtà. La morte faceva parte dell'accordo al momento in cui abbiamo accettato l'idea della nascita.
Lama Dzochen Ponlop Rinpoche

Il ritiro è stato pensato per i partecipanti delle passate edizioni (2017 e 2018) del percorso Intimità con il processo del morire nato in collaborazione tra l’Associazione Dare  Protezione e l’Istituto Lama Tzong Khapa, con lo scopo di proseguire il percorso e continuare la formazione individuale.

Chi non avesse completato una delle due edizioni di Intimità del processo del morire, ma ad almeno due moduli di una delle edizioni, può presentare domanda compilando l’apposito modulo e sarà valutata la possibilità dell’iscrizione sulla base dei posti disponibili.

Durante il ritiro abbandoneremo le nostre comuni attività mondane per dedicarci completamente ad incrementare il nostro livello di consapevolezza dell’ impermanenza, riflettendo sulla nostra finitezza, sulla motivazione alla vita e cercheremo di capire cosa per noi è maggiormente importante.
Proveremo ad immaginare la nostra morte e a prepararci a tale evento.
Affronteremo, inoltre, il tema della compassione, dell’amorevole gentilezza e del perdono.

Durante il ritiro è fortemente consigliato il silenzio e il non uso del cellulare.

Per avere maggiori informazioni sull’intero percorso puoi visitare la pagina dedicata a INTIMITÀ CON IL PROCESSO DEL MORIRE.

Inoltre verrà finalmente ripreso in autunno 2022 – dopo la sospensione a causa della difficoltà di organizzare i contenuti e i laboratori con le restrizioni dovute al covid – il percorso di weekend formativi a cura di Dare Protezione, di cui a breve daremo comunicazione.

Programma del Ritiro

GIOVEDI
Entro le ore 18:00 Registrazione al ritiro
(è necessario presentarsi in segreteria entro questa ora per poter accedere alle sale.
Chi è realmente impossibilitato ad arrivare entro questa ora deve prontamente avvisare la segreteria dell’Istituto scrivendo a segreteria@iltk.org)

ORE 20.30
PRESENTAZIONE DEL RITIRO,
presentazione dei partecipanti, ed inizio corso.

 DA VENERDÌ MATTINA A DOMENICA MATTINA, le sessioni del ritiro alterneranno momenti di meditazione e condivisione a partire dal mattino prima di colazione fino alla sera.

INSEGNANTI

Francesco la Rocca

Debora Molli

Francesco La Rocca è medico.
Ha conosciuto il buddhismo nel 1980 ascoltando il primo insegnamento di Gesce Ciampa Ghiatso dato all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia sulla vita di Buddha Sakyamuni. Sotto la guida spirituale di Kiabje Zopa Rinpoche nel 1983 ha dato vita, con altri studenti, al Centro studi Cenresig di Bologna.

Dopo una esperienza lavorativa di assistenza domiciliare ai malati oncologici decide di dedicarsi all’esperienza della cooperazione internazionale lavorando in Guinea Bissau e Burundi.

Tornato in Italia lavora in malattie infettive a Livorno con i malati di AIDS e quindi in Tisiologia a Massa. La sua attività di medico lo mette continuamente di fronte al tema del fine vita e della buona morte; di fronte alla completa impreparazione a questa esperienza sia dei pazienti, dei famigliari e del personale sanitario, la morte vissuta come fallimento terapeutico, con Patrizia Micoli fonda Dare Protezione onlus, su indicazione del suo Maestro Ghesce Ciampa Ghiatso. Vengono organizzati numerosi corsi con la finalità di affermare il diritto a ricevere una idonea assistenza spirituale nel fine vita e per proporre percorsi formativi idonei al personale sanitario e per chi fosse interessato ad esplorare il prorpio rapporto con il morire. Nel 2003 lavora nel primo hospice della Toscana a Livorno con il compito di far nascere l’assistenza domiciliare Cure Palliative di Livorno. Attualmente lavora presso l’hospice di Lucca, a Maggiano, e svolge consulenze presso l’ospedale San Luca di Lucca.

Psicologa, psicoterapeuta ad orientamento Psicodinamico (approccio ai contenuti della Psiche Profonda attraverso l’Analisi dei Sogni e delle Immagini Spontanee).
In ambito della Sanità Pubblica ha lavorato in Area Oncologica, nelle Cure Palliative e in Hospice.

Svolge attività di docenza e supervisione per il
personale sanitario e ha collaborato con l’Università per la Formazione in Cure Palliative. Per l’Associazione “Dare Protezione – Livorno”, con la quale co-opera regolarmente, è stata formatrice e supervisore dei volontari.
Da anni svolge la libera professione in regime privato.

La dimensione Spirituale

Di | Articoli

Per dimensione spirituale non si intende solo l’aspetto religioso o confessionale (vale a dire determinato dall’adesione ad una particolare confessione religiosa), ma bensì i più ampi ambiti di valori e convinzioni profonde che compongono la complessità della spiritualità umana.I bisogni spirituali nascono con l’uomo stesso ed evolvono con lo sviluppo della persona. Tali bisogni possono manifestarsi come sofferenza spirituale durante la fase avanzata della malattia, in modo particolare con l’avvicinamento alla morte.

Cicely Saunders ha sviluppato pionieristicamente questo tema, richiamandoci alla necessità di prestare attenzione a tutte le dimensioni della persona, nel parlare di “dolore totale”, inteso come dolore fisico, emozionale, sociale e spirituale. Riteniamo pertanto che l’attenzione ai bisogni spirituali sia imprescindibile, perché connessa con la cura complessiva della persona stessa.

Cristine Puchalski ha evidenziato la necessità di raccogliere un’anamnesi spirituale come momento essenziale dell’incontro del malato con il personale sanitario e di come sia indispensabile un percorso formativo per il personale sanitario cominciando dai medici.

Pertanto l’equipe deve essere consapevole che i sintomi di sofferenza fisica e quelli di sofferenza interiore richiedono la stessa attenzione, che spesso coesistono e che si potenziano a vicenda, determinando quello che è definito, e sopra richiamato, “dolore totale”. In ogni equipe deve essere sviluppata una sensibilità e un’apertura ai bisogni spirituali dei malati.
I ministri di culto, già riconosciuti come gli operatori più indicati, possono operare in interazione con altri professionisti che già ora possono occuparsi anche di accompagnamento spirituale quali il mediatore culturale, il counsellor transpersonale e/o filosofico, la guida spirituale laica che quindipossiamo definire “assistenti spirituali”.
Nei paesi anglosassoni questi percorsi sono sperimentati da diversi anni e hanno prodotto pratiche di accompagnamento molto efficaci per tutte le persone che non professano un credo religioso specifico e che tuttavia sono fortemente interessate alla propria ricerca spirituale.
Compito specifico dell’assistente spirituale è anche quello di individuare per ciascun malato, nei diversi setting assistenziali, la miglior risposta ai bisogni spirituali, considerando l’appartenenza religiosa e/o culturale del malato. Per questo motivo è opportuno che sia disponibile un repertorio di nominativi di individui, associazioni, ed enti competenti, capaci di accompagnare il malato, su richiesta dello stesso, rispondendo ai suoi bisogni spirituali.

È inoltre importante tenere presente che la sofferenza esistenziale, così come quella spirituale, non sempre può essere annullata, neppure con il miglior trattamento di cure palliative, perché facente parte dell’esistenza umana e che, talvolta, gli stessi malati esprimono il desiderio di rimanere consapevoli del proprio stato di sofferenza e vigili. Tale volontà del malato va rispettata nonostante un’eventuale difficoltà dei familiari o dell’equipe a confrontarsi con tale sofferenza. L’angoscia dei familiari o dell’equipe non deve pertanto interferire con il dovuto rispetto delle volontà del malato ricorrendo in maniera impropria ad una scelta di sedare il paziente.

I presupposti per un adeguato accompagnamento spirituale sono che l’equipe riconosca il bisogno spirituale. È pertanto necessario che:

  • venga prestata particolare attenzione al bisogno di riconciliazione del malato verso sé stesso, verso i familiari e, per i credenti, verso Dio.
    Il compito e la responsabilità degli operatori sanitari è quello di permettere al malato di esprimere i propri bisogni spirituali e di riconciliazione (accogliendo sentimenti di sentirsi abbandonati, puniti, in colpa o esclusi, di essere alla ricerca di senso, alla ricerca dell’Assoluto, del porsi domande sul dopo morte, di sentire il bisogno di pregare);
  • gli operatori sanitari considerino come, talvolta, anche i bisogni spirituali non riconosciuti o non adeguatamente soddisfatti, possono manifestarsi attraverso espressioni somatiche e/o emotive con sintomi quali l’ansia o l’agitazione;
  • i malati e i loro familiari possano trovare negli stessi operatori sanitari persone con le quali dialogare sugli aspetti profondi dell’esistenza, dialogare sulla prospettiva della morte e della propria morte, nella comune consapevolezza che talvolta la malattia può aiutare a comprendere il senso della propria vita;
  • gli operatori, proprio perché adeguatamente formati, sappiano comprendere e rispettare le esigenze di ordine spirituale del malato, rispettando i momenti del dialogo spirituale e l’esercizio delle pratiche che ne conseguono (per es. non interrompendo momenti di comunicazione o riti religiosi/spirituali);
  • gli stessi operatori abbiano consapevolezza della propria dimensione spirituale per poter aiutare le persone loro affidate, senza sviluppare proiezioni indebite.

Domande chiave:

  • È stata data al malato la possibilità di manifestare i suoi bisogni spirituali?
  • Si è fatto il possibile per rispondere a tali bisogni?
  • L’organizzazione delle attività assistenziali prevede spazi e momenti per affrontare i problemi di natura spirituale?
  • Nel processo comunicativo e decisionale l’operatore sanitario sta indebitamente proiettando le proprie concezioni valoriali e culturali o sa riconoscere analoghe proiezioni da parte i familiari?

Bibliografia

1. AA VV., La morte oggi, Feltrinelli, Milano, 1985;
2. “Raccomandazioni della Società Italiana di Cure Palliative SICP onlus sulla Sedazione Terminale/Sedazione Palliativa”.
3. Brusco A., L’accompagnamento spirituale del morente, in Di Mola G., Cure palliative- Approccio multidisciplinare alle malattie inguaribili, Masson Milano 1988;
4. Desjardins Arnaud, Per una morte senza paura, Ubaldini Editore – Roma 2002;
5. Hills J et al., Spirituality and distress in palliative care consultation. Journal of Palliative Medicine 2005; 8/4: 782-788;
6. Kubler-Ross E., La morte e il morire, Cittadella, Assisi 1970;
7. Lorenz KA et al., Religiousness and spirituality among HIV-Infected Americans Journal of Palliative Medicine 2005; 8/4: 774-781;
8. Murray SA et al., Exploring the spiritual needs of people dying of lung canceror
9. heart failure: a prospective qualitative interview study of patients and their carers. Palliative Medicine 2004; 18: 39-45;
10. Rupnik M. I., Nel fuoco del roveto ardente – Iniziazione alla vita spirituale, Lipa, Roma 1996;
11.Shirley Du Boulay, Cicely Saunders, L’assistenza ai malati incurabili, Jaca Book, Milano 2004;
12. Viktor E. Frankl, Homo Patiens, soffrire con dignità, Queriniana 1998;
13. Wasner M et al., Effects of spiritual care training for palliative care professionals. Palliative Medicine 2005; 19: 99-104.

Per quanto concerne la letteratura utile per l’analisi multiculturale si vedano:

I luoghi dell’incontro, i bisogni spirituali alla fine della vita per credenti e non credenti, Icone edizioni
AA.VV. Medicina e multiculturalismo. Dilemmi epistemiologici ed etici nelle politiche sanitarie, Bologna Apeiron, 2002.
Allievi S., ( a cura di) Salute Salvezza. Le religioni di fronte alla nascita, alla malattia e alla morte, Bologna , Edb, 2003.
Atighetchi D., Islam musulmani e bioetica, Roma, armando, 2002.
Beneduce R. et al., La salute straniera. Epidemiologia cultura e diritti, Napoli Ed Scientifiche Italiane 1994.
Chishti Shaykh Hakim Moinuddin, Il libro della guarigione sufi, Vicenza, Il punto d’incontro, 1995.
Krause, IB Therapy across Culture, London, Sage, 1998.
Sayad A. La doppia assenza, Raffaello Cortina, Milano, 2002.
Tomlinson J., Globalization and Culture, Cambrige, Polity Press, 1999.
Williams R., Religion and illness, in Radley A., (a cura di), Worlds of illness. Biographical and cultural perspectives on health and disease, London, Routledge, 1993